Savoia, Val Roya – 1

La Val Roya è un susseguirsi di gole, minuscoli ripiani, paesi arroccati sui ripidi pendii, spettacolari “gorges” dove la strada contende il poco spazio alle impetuose acque del torrente.

In 55 chilometri si passa dai pascoli alpini agli uliveti, dalle pinete alle mimose e alla macchia mediterranea, in un continuo mutare di ambienti naturali. La strada è da percorrere senza fretta, approfittando delle occasioni di sosta e di visita: una rete di sentieri, alberghetti e gàtes d’ètape per escursionisti, campeggi, corsi di canoa sulla Roya e di “canyoning” nei suoi affluenti. Un angolo di Francia (e di turismo pleinair) che si incunea fra il Piemonte e la Liguria: solo la parte più bassa della valle è italiana, ma il curioso confine risale a tempi recenti.

Fin dal 1388 il Nizzardo si pose sotto il dominio dei Savoia per sfuggire ai conti di Provenza, e solo nel 1860 venne ceduto alla Francia; la Val Roya fu allora divisa in tre parti: la superiore all’Italia, la parte centrale alla Francia, quella inferiore ancora all’Italia. I confini cambiarono nuovamente dopo l’ultima guerra: nel 1947 un referendum sancì il passaggio di Tenda, la Brigue e Libri alla Francia, mentre rimaneva all’Italia solo un tratto di valle fino a Ventimiglia.

Per quattro secoli la Val Roya rappresentò una via di collegamento: qui transitava la “strada del sale” che permetteva di portare il prodotto dal mare fino al Piemonte. Nel 1575, con il passaggio di Tenda nell’orbita dei Savoia, venne avviato il progetto di realizzare una carrozzabile tra Nizza e Cuneo, attraverso il Colle di Tenda, rimasta intatta per secoli. I nostri suggerimenti possono ispirare qualche giorno di vacanza in Val Roya, oppure una serie di visite successive. Senza dimenticare che nella valle si snoda anche una panoramica ferrovia e sentieri che collegano tutte le stazioni: indispensabili pedule e orario dei treni.

Da Tenda a La Brighe Tre chilometri di galleria, ed ecco i pascoli e le pinete intorno alle sorgenti della Roya. Le nebbie e lo smog della pianura sono scomparsi per incanto: d’estate soffia una brezza alpina, in autunno e inverno il mare fa già sentire il suo benefico influsso. Una serie di tornanti conducono nel fondovalle e a Vievola, antico punto di sosta per le carovane dirette al Colle di Tenda. Poco oltre, al di là del torrente si notano i colori della chiesetta della Madonna di Vievola, e in alto il viadotto ferroviario. La valle si restringe per due chilometri, fino al ponte e ai prati che annunciano Tenda (815 m), ideale per una lunga sosta (a sinistra parcheggio della stazione e campeggio).

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