Viaggio in camper a Paestum

Il suono di una tromba rompe il silenzio che fino a poco fa era sottolineato solo dallo scricchiolio della cesta di vimini. Da quassù la piana del Sele, compresa tra il golfo di Salerno e i Monti Alburni, è una striscia sottile: giusto lo spazio per un decollo e già si atterra tra le case lungo la costa. Insieme all’equipaggio di Nello Charbonnier, istruttore di pallone libero che di questa passione ha fatto un lavoro, galleggiamo a 800 metri di quota circondati da una miriade di altri palloni colorati. E’ il pilota francese di una mongolfiera poco distante dalla nostra che si diverte a dar fiato a una vecchia tromba di ottone. Dal cielo di un blu intenso si scorgono la Costiera Amalfitana persa nella foschia e, verso sud, i primi rilievi del Cilento con Agropoli e altri paesi. A un certo punto vedo un pallone che si allontana sul mare, mentre gli equipaggi si scambiano informazioni. ‘Ma cosa fa quello?’ domando. ‘Pare proprio che stia andando verso il mare’ mi risponde Nello, continuando a parlare alla radio. Dall’altra parte giunge un ridacchiare divertito. ‘Come sarebbe verso il mare?’. Nello non si stupisce: ‘Tenta di atterrare sulla spiaggia’ dice sornione. Ma in quel punto la sabbia è poco più che una stretta lingua e lo spazio assai esiguo. Tutti sono concentrati sul pallone che ha superato la linea di costa ed è ormai un puntino nel cielo. ‘Nessun problema – commenta allegramente Nello, che ha appena parlato via radio con l’equipaggio lontano – va ad atterrare in Cilento’. A Paestum si danno appuntamento ogni anno piloti di tutta Europa, per sorvolare e ammirare uno dei siti archeologici più famosi del mondo. Fondata nel VII secolo a.C. dalla colonia greca di Sibari, l’antica Poseidonia era una città potente, circondata da possenti mura, con bellissimi palazzi e templi grandiosi come l’Athenaion e l’Heraion. Fu abbandonata a causa delle paludi che la circondavano e da quel momento diventò rifugio di briganti; ma oggi, grazie a quei templi, è meta ogni anno di decine di migliaia di turisti. L’esperienza del volo in mongolfiera, già affascinante di per sè, è amplificata dalla presenza del sito archeologico: lo spettacolo dall’alto è di un’emozione impareggiabile. Il raduno di Paestum, di cui è prossima la quinta edizione in programma all’inizio di ottobre, è organizzato dall’associazione Salerno Eventi che affida il coordinamento dei voli al nostro anfitrione, l’aostano Nello Charbonnier, aiutato dai figli Igor e Diego. Per tre volte campione italiano, ha vinto per cinque volte il prestigioso trofeo di volo in montagna a Chèteau d’Oex e ha rappresentato l’Italia in diversi campionati europei e mondiali. Ha volato oltre il Circolo Polare e al Polo Nord ma anche sul Mar Morto, e ha effettuato la prima traversata del lago Baikal in Siberia. La sua specialità sono i voli sulle Alpi di cui, in vent’anni di attività, ha imparato tutti i segreti. Il bello (e anche il difficile) della mongolfiera è la logistica: un pallone, per quanto pesante, va dove decide il vento. Se il pilota è bravo, controllando la quota può imbroccare i venti giusti e – nei limiti del possibile e con un po’ di fortuna – decidere una direzione di massima. Ma il luogo dell’atterraggio è sempre un’incognita e per questo si dispone di un mezzo a terra, munito di radio e in contatto con l’equipaggio, pronto a raggiungere il punto d’approdo al termine della traversata aerea. Quando si è ormai prossimi al suolo, il pilota consiglia di tenere le ginocchia molli per ammortizzare eventuali scossoni: ma l’arrivo in genere è morbido e si passa dal cielo alla terra quasi senza accorgersene, così come si era preso il volo, mentre la cesta trascinata dal pallone si inclina e poi si ferma. La complicità tra i passeggeri per l’avventura condivisa va di pari passo con quell’ebbrezza di libertà che solo il volo sa dare, e che rende al tempo stesso euforici e distesi: non resta che dare una mano al recupero, già sognando la prossima ascesa.]]>