Baden-Wùrttemberg, Lago di Costanza

Fu Costanzo II, poco noto imperatore romano del IV secolo, a dare il nome a Costanza, insediamento strategico a difesa dei confini settentrionali poichè si trattava proprio della strettoia in cui il Reno, passando nell’Untersee, diventava emissario del lago oggi diviso tra Germania, Svizzera e Austria. Oggi la città, che le agitate vicende europee resero austriaca fra il Cinquecento e l’Ottocento, è un’enclave tedesca situata nei 70 chilometri di sponda svizzera del lago (un ponte sul Reno la unisce però al territorio germanico). Il vivace centro cittadino è la Marktstètte, zona pedonale molto frequentata da residenti e turisti, con le adiacenti stradine del nucleo più antico dal quale si leva la cattedrale di origine romanica, ritoccata nei secoli in altri stili. La particolare posizione rende Costanza povera di parcheggi (va tuttavia segnalato quello periferico di Dùbele). La sosta, ove non sia riservata ai residenti, è regolata dai parchimetri per un massimo di due ore, troppo poche per visitare due importanti musei: il Rosgarten, con reperti d’arte e cultura della regione, e il Bodensee Naturmuseum, dedicato agli aspetti naturalistici del lago (a 400 metri di quota e con una profondità massima di 250, si è formato 15.000 anni fa durante l’ultima glaciazione). In città le attrattive più interessanti non sono lontane le une dalle altre, e oltre al centro storico si potrà visitare l’edificio (costruito come granaio alla fine del Trecento) che durante il contrastato Concilio di Costanza ospità il conclave per l’elezione di Oddone Colonna, divenuto papa con il nome di Martino V. La costruzione si trova accanto al porto dove turisti e marinai vengono oggi salutati all’estremità del molo da Imperia, una moderna statua girevole alta 9 metri con le braccia aperte a sorreggere due curiosi personaggi, l’uno con la tiara, l’altro con la corona imperiale, a simboleggiare passati contrasti.

L’isola dei fiori Nel lago e negli specchi d’acqua comunicanti (scenario di un grande spettacolo di fuochi artificiali verso la metà di agosto) quelle che in origine erano isole furono nel tempo collegate alla riva da strade o ponti. Il più mediterraneo dei laghi tedeschi rimane uno dei pezzi più pregiati – e adeguatamente attrezzati – nella collezione di siti turistici del paese; mentre a pochi chilometri dalla città Mainau, grande parco insulare unito alla riva da un ponte, è tra le perle dell’intero bacino (ingresso a pagamento). Da Costanza si può arrivare in vaporetto direttamente al suo imbarcadero, ma è senza dubbio più pratico lasciare il veicolo nel comodo parcheggio proprio all’inizio del ponte (con sezione riservata ai camper, anch’essa a pagamento e con possibilità di pernottare) e percorrere a piedi i 400 metri fino all’isola. Dal XIII secolo, per oltre cinquecento anni Mainau fu autonomo possedimento dei Cavalieri dell’Ordine Teutonico. Il castello e la chiesa furono costruiti nel 1739 su progetto dell’architetto comasco Giovanni Gaspare Bagnato. Nell’Ottocento Mainau passò al granduca del Baden che vi fece realizzare dei giardini, poi ai suoi eredi i quali resero l’isola – complice la mitezza del clima – un parco dalle splendide fioriture, curato da un piccolo esercito di giardinieri. Ricchissimo è il programma delle manifestazioni e delle iniziative culturali, e tanti sono i motivi d’interesse che la giornata corre via; fra le attrazioni, gli appassionati di modellismo ferroviario possono ammirare un Mùrklin gigante di quattro o cinque convogli. A ovest di Mainau, dove il lago prende il nome di berlingen, una costa spesso boscosa include piccoli paesi come Litzelstetten. All’uscita si trova la deviazione per il Freibad (sono spiaggette o prati attrezzati con alcuni servizi nei tratti di riva balneabile), in questo caso una radura costiera nell’abetaia particolarmente accogliente e con parcheggio. Caratteri differenti troveremo nell’Untersee, nelle cui acque una sottile lingua di terra alberata e orlata di canneti sembra sospingere al largo l’antica isola contadina di Reichenau. Quest’umile terra, le cui coltivazioni d’ortaggi sono spesso protette da serre, ebbe nel Medioevo un ruolo particolarmente importante a seguito di un insediamento benedettino che nel nome dell’ora et labora influenzò lo sviluppo agricolo di larga parte dei territori circostanti.

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