
07 Apr Provenza, Sainte Victoire
Da una parte una lunga barriera di roccia, dall’altra un assolato pendio di macchia mediterranea che digrada dolcemente, in cima un crinale rettilineo disposto in direzione est-ovest. Hanno caratteristiche simili le catene della Sainte Baume e della Sainte Victoire: entrambe sono lunghe circa 12 chilometri, superano di poco i 1.000 metri di quota e offrono un ambiente ideale per passeggiate autunnali e primaverili (non a caso la prima è meta abituale per i marsigliesi in cerca di frescura). Sainte Baume, distante solo 18 chilometri dal mare, è consacrata alla figura di Maria Maddalena (non la peccatrice che unse con balsami i piedi di Ges, ma la santa paleocristiana che fu la prima a vedere Cristo risorto) che, secondo una leggenda, scelse come ritiro una delle grotte – boumo o balma in provenzale – del monte e qui morì all’età di sessant’anni nel 63 d.C. A circa 20 chilometri di distanza, a due passi da Aix-en-Provence, si innalza la cima di Sainte Victoire, verso la quale Paul Càzanne nutriva una tale affezione da ritrarla in ben 44 dipinti a olio e 43 acquerelli. Nonostante la quota modesta, grazie alla loro conformazione, dalle creste che si ergono su pareti alte centinaia di metri si godono panorami estesissimi. Lassù sorgono alcuni eremi e priorati, e altri si nascondono nelle pieghe della roccia, quasi invisibili e raggiungibili solo a piedi. Ma attenzione, d’estate molti sentieri non sono accessibili a causa delle misure draconiane adottate dalle autorità per evitare gli incendi: divieto di accesso nelle zone boscose (in auto sulle piste forestali e a piedi sui sentieri) dal 1° luglio a metà settembre e quando il vento soffia a più di 40 chilometri orari. Il maggior nemico di questi boschi è infatti il mistral, che spazza i crinali favorendo gli incendi. Le limitazioni vanno dunque rispettate, anche perchè con vento forte si rischia di perdere l’equilibrio sui passaggi di cresta; come non va trasgredito il divieto di accendere qualsiasi fiamma, fornelletti e sigarette compresi. Una norma più che comprensibile, a cui si affianca la limitazione di sosta ai camper in diversi comuni; ma in zona vi sono comunque diversi campeggi.
Verso Aix-en-Provence Provenendo dalla valle della Durance, quasi non si nota il lungo profilo della Sainte Victoire. Verso nord il massiccio digrada nella piccola valle di Vauvernagues, seminascosta fra rilievi calcarei, boschi di querce, radure in cui pascolano le greggi. Da questo versante salgono i sentieri più facili, ma non vi sono campeggi e la sosta notturna è interdetta ai veicoli ricreazionali. Tuttavia, grazie alle strade che contornano il monte, si può agevolmente far base sul lato opposto, decisamente più spettacolare. Da Rians si attraversano le radure dei Puits-de-Rians, con pozzi e solitarie cascine, poi si scende in un valloncello dove la strada contende lo spazio al rio, conducendo a Pourriùres: all’ingresso del paese ecco il primo belvedere sulla Sainte Victoire, che si allunga verso occidente. Proseguendo in questa direzione, tra vigneti che producono ottimi Cètes de Provence, si raggiunge Puyloubier con la cantina dei Vignerons du Mont Sainte Victoire, panetterie con dolci provenzali, un camping che offre una buona base per le escursioni e l’inquietante cimitero della Legione Straniera. E’ difficile poi resistere alla tentazione di deviare verso ovest, sulla panoramica D 17. Tra i vigneti ci si avvicina alle imponenti pareti calcaree della montagna che dominano il solitario altopiano racchiuso dalla Barre des Cengles, e sulla falesia si scorge appena l’eremo di Saint Ser, meta di una bella passeggiata (vedi riquadro “Un sentiero balcone”). Poche case, dopo il piccolo maniero di Saint Antonin sur Bayon e la Maison de Sainte Victoire dove si trovano prodotti locali e strumenti multimediali ma scarsa documentazione sui sentieri; per reperirla conviene proseguire fino a Beaurecueil e al camping Sainte Victoire, ottima fonte di informazioni oltre che base ideale per escursioni e per la visita di Aix-en-Provence.E’ consigliabile percorrere la Route Càzanne, che offre affascinanti scorci sulla montagna: il mulino initolato all’artista annuncia Tholonet, con un viale di maestosi platani e un castello del XVII secolo. Aix è ormai vicina, e attraversato un quartiere residenziale di ville con piscina si giunge a un centro sportivo, dove è opportuno parcheggiare: il traffico della città è infatti abbastanza caotico e il sistema di sensi unici crea una grande rotatoria intorno al centro storico, in parte pedonale; meglio dunque effettuare la visita a piedi, acquistando all’ufficio del turismo anche la mappa schematica dei sentieri della montagna.
A piedi sulla Sainte Victoire Per raggiungere il versante più accessibile della catena provenendo da Tholonet, ad Aix si svolta a destra sul Boulevard Carnot (a senso unico) e al Cours des Arts et Màtiers ancora a destra per Vauvernagues. La D 10 sale tra le ville, sfiora Saint Marc e giunge al bivio per il Barrage de Bimont: una digressione da non perdere, poichè il lago artificiale – fondamentale riserva d’acqua della regione – si estende come un fiordo tra i pini, dominato dal versante occidentale della montagna. Dalla diga parte il Sentier Imoucha (segnalato da indicazioni blu), molto panoramico ma quasi sempre al sole; meglio dunque percorrerlo in discesa, dandosi appuntamento alla diga con un autista volenteroso. Per salire alla Croix de Provence conviene proseguire in auto sulla D 10, attraversando Bonfillons e fermandosi dopo 3 chilometri nel piccolo slargo di Les Cabassols (369 m). Un sentiero porta subito allo Chemin de Sainte Victoire o des Venturieres, dal nome dei pellegrini del Mont Venture che da secoli lo percorrono per raggiungere il Prieur, 500 metri più in alto. I segnali bianchi e rossi del GR 9 aiutano nei primi bivi, quando lo stradello si snoda a saliscendi nel bosco di pini e lecci, attraversando alcuni ruscelli. Poi la pista si alza, terminando a quota 710; si prosegue sul sentiero nella macchia che sale ancora con lunghi tornanti, offrendo un panorama sempre più vasto. Presso un ometto (rudimentale piramide di sassi innalzata lungo un sentiero per segnalare la direzione) si confluisce sul Sentier Imoucha che sale dal Lac du Bimont, ben visibile in basso, e in breve si raggiunge l’ingresso del priorato: in tutto sono circa due ore di cammino. Accanto alla chiesa e al rustico rifugio, già eremo nel V secolo, ecco l’impressionante Brùche des Moines, un intaglio nella roccia che si apre sul versante sud della montagna, a picco sulla parete alta 300 metri. La sovrastante croce sembra irraggiungibile, ma dalla chiesa parte il sentiero che in dieci minuti porta in cima alla Croix de Provence (969 m), senza dubbio uno dei migliori belvedere della Provenza. Ma non è questa la vetta più alta della Sainte Victoire, bensì il Pic des Mouches (1.011 m) che si scorge verso est, al termine dell’ondulata cresta sommitale. La GR 9 la raggiunge con un lungo, panoramico percorso di cresta, ma per effettuarlo è indispensabile anche in questo caso avere un autista che attenda al Col des Portes (631 m). Si può salire in vetta anche con la passeggiata che parte proprio dal Col: in tal caso si prosegue verso Vauvernagues, che merita innanzitutto una breve sosta. Dai parcheggi sulla D 10 alcune scalinate scendono nel grazioso paese, dominato da un castello del XVII secolo (non visitabile) nel cui parco venne sepolto Pablo Picasso; quindi la strada sale con due stretti tornanti al Col des Portes e raggiunge uno slargo. A piedi si torna al colle, da cui parte a sud il sentiero con segnavia rossi per il Pic des Mouches: alternando brevi incursioni nel bosco a pittoresche diagonali, il percorso guadagna quota in direzione sud-ovest e presto esce su un panoramico costone che si snoda parallelo alla cresta principale e poi la raggiunge, affacciandosi sull’impressionante vuoto della parete sud. Lasciandolo a rispettosa distanza, con l’immancabile tavola di orientamento finalmente raggiungiamo la cima, avendo impiegato in tutto circa un’ora e un quarto di cammino. Il bel crinale che si abbassa verso est suggerisce una variante di discesa: seguendo i segnali bianchi e rossi si entra nel bosco, arrivando al pilone in pietra che ricorda l’oratorio di Malivert. Qui la GR scende a Puyloubier, mentre per chiudere l’anello si percorre per circa dieci minuti una pista sulla sinistra, fino all’ometto in pietra indicante il sentiero ancora a sinistra (segnalazioni blu) che scende nel bosco, riattraversa la pista e in breve giunge nei prati in prossimità del parcheggio. Ora si può chiudere anche l’anello stradale intorno al massiccio; la D 10 prosegue dritta tra roverelle e radure, fino a immettersi sulla D 23 che riporta a Pourriùres.
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